Il Periodo di Transizione negli Sport di Resistenza
Il ciclismo di resistenza e gli sport di endurance non sono una corsa continua verso il traguardo, ma un’arte che alterna allenamento e recupero. Lo dimostra Tadej Pogacar, che ha fatto del periodo di transizione il pilastro del suo successo.
Ma cosa significa davvero questa fase? E perché è fondamentale?
Il cuore della stagione di un atleta di endurance
Negli sport di resistenza, la stagione è scandita da quattro fasi principali:
- il periodo generale
- il periodo pre-agonistico o speciale
- il periodo agonistico
- il periodo di transizione.
Se il secondo e terzo periodo richiedono alta intensità e massima concentrazione, la transizione è l’esatto opposto:
È UNA PAUSA DALLA ATTIVITA’ PRINCIPALE, UN RESET FISICO E MENTALE
Il periodo generale è blando, si fa volume a bassa intensità, ci sono lavori in palestra e allenamenti HIIT, il cuore non tocca la soglia anaerobica. Si riprende la condizione atletica generale senza entrare nel dettaglio con momenti concitati d’allenamento tipici di gara.
Il periodo pre-agonistico è dedicato alla costruzione della base, con allenamenti mirati a sviluppare resistenza e potenza. È un momento di carico, essenziale per preparare l’atleta alle sfide che lo attendono durante la stagione agonistica. Qui si accumulano chilometri, si fortificano le gambe e si tempra la mente.
Quando arriva la fase agonistica, invece, tutto è in funzione della competizione. L’atleta è chiamato a dare il massimo e a testare il suo livello in gara, puntando a raggiungere i picchi di prestazione. È la parte più esaltante, ma anche la più logorante, dove ogni dettaglio conta e ogni errore può essere fatale.
Il periodo di transizione: il segreto del recupero e del successo
Dopo ogni stagione intensa, tuttavia, serve uno stop. Entra in scena il periodo di transizione, spesso poco considerato ma in realtà decisivo. Questa fase è uno spazio di decompressione: l’atleta si allontana dalla routine dell’allenamento e dal rigore delle gare, lasciando spazio a un recupero sia fisico sia mentale.
Tadej Pogacar, due volte vincitore del Tour de France, vincitore del Giro d’Italia e campione del mondo 2024, è uno degli esempi più illuminanti di come gestire al meglio il periodo di transizione. Alla fine della stagione, Pogacar stacca completamente: lascia la bici, rallenta i ritmi e si dedica ad altro e a momenti di puro relax. Questo gli permette di ricaricare le energie, evitando l’usura cronica che affligge tanti atleti, e di ripartire con il giusto sprint.
I vantaggi del rilassamento e del recupero attivo
Lasciarsi andare per un po’ non è solo un piacere, ma una necessità fisiologica. Il riposo permette ai muscoli di rigenerarsi e al sistema nervoso di rilassarsi, contrastando lo stress accumulato. Inoltre, dal punto di vista mentale, staccare aiuta a preservare la motivazione, rinfrescando la mente in vista dei nuovi obiettivi.
I fisiologi dello sport consigliano il recupero attivo: attività differenti come passeggiate, nuoto o yoga, che favoriscono il mantenimento di una base fisica. Oppure anche palestra per affinare tecniche di sollevamento pesi ormai in voga da qualche anno come preparazione fisica in molte discipline sportive. Questo approccio consente di tornare all’allenamento con il corpo in forma e la mente libera.
Non sottovalutare mai il potere del periodo di transizione: prendersi una pausa non è tempo perso, ma l’investimento più importante per tornare in gara più forti. Se sei un atleta di endurance o semplicemente un appassionato, contattami subito per farti aiutare a preparare al meglio la prossima sfida!